Specie bandiera

Una specie bandiera è una specie scelta per simboleggiare un problema ambientale, ad esempio un ecosistema con necessità di essere preservato.

Il panda gigante della Cina è una tipica specie bandiera.

Queste specie vengono selezionate per la loro vulnerabilità, attrazione o aspetto allo scopo di suscitare meglio il supporto e la riconoscenza del grande pubblico. In tal modo, si spera che il supporto dato a questa specie verrà in seguito esteso alla conservazione dell'intero ecosistema e di tutte le specie che vivono in esso.

Tra gli esempi di specie bandiera si contano il panda gigante della Cina e simbolo del World Wildlife Fund, il tamarino leone dorato della foresta costiera atlantica del Brasile, la tigre indiana, l'elefante africano, il gorilla di montagna dell'Africa Centrale, l'orango dell'Asia sud-orientale e la tartaruga liuto.

Definizione

Il termine è legato alla metafora della rappresentazione. Nel suo uso popolare, le specie bandiera sono viste come ambasciatrici o icone per un progetto o movimento di conservazione. Il geografo Maan Barua ha notato che le metafore influenzano ciò che le persone capiscono e come agiscono; che i mammiferi sono scelti in modo sproporzionato; e che i biologi devono fare i conti con il linguaggio per migliorare la conoscenza della conservazione da parte del pubblico. Sono state avanzate diverse definizioni per il concetto di specie e per qualche tempo c'è stata confusione anche nella letteratura accademica[1]. La maggior parte delle ultime definizioni si concentra sul carattere strategico, socioeconomico e di marketing concept[2]. Alcune definizioni sono:

  • "una specie utilizzata come fulcro di una più ampia campagna di marketing per la conservazione basata sul possesso di uno o più tratti che attraggono il pubblico di destinazione[3]"
  • "specie che hanno la capacità di catturare l'immaginazione del pubblico e indurre le persone a sostenere azioni di conservazione e/o a donare fondi[4]"
  • "specie popolari e carismatiche che fungono da simboli e punti di raccolta per stimolare la consapevolezza e l'azione per la conservazione"[5]

Storia

Aquila di mare testabianca come specie bandiera per le foreste negli Stati Uniti
Aquila di mare testabianca come specie bandiera per le foreste negli Stati Uniti

Il concetto di specie bandiera è diventato popolare intorno alla metà degli anni '80[6]. L'uso di specie bandiera è stato dominato da animali di grossa taglia, particolare mammiferi, sebbene occasionalmente siano stati utilizzati specie di altri gruppi tassonomici[7][8].

I progetti volti a sviluppare le specie bandiera a volte hanno avuto successo nel salvare la specie e il suo habitat, come con l'aquila di mare testabianca e il lamantino[9][10][11].

Tipologie

Specie chiave di volta

Lo stesso argomento in dettaglio: Specie chiave.

Una specie chiave di volta è una specie che ha un effetto sproporzionatamente grande sul suo ambiente naturale rispetto alla sua abbondanza, un concetto introdotto nel 1969 dallo zoologo Robert T. Paine. Le specie chiave di volta svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento della struttura di una comunità ecologica, influenzando molti altri organismi in un ecosistema e contribuendo a determinare i tipi e il numero di varie altre specie nella comunità. Senza specie chiave di volta, l'ecosistema sarebbe drammaticamente diverso o cesserebbe di esistere del tutto. Alcune specie chiave di volta, come il lupo, sono anche predatori all'apice[12][13].

Il ruolo che una specie chiave di volta svolge nel suo ecosistema è analogo al ruolo di una chiave di volta in un arco. Sebbene la chiave di volta è un elemento che subisce meno pressione rispetto a una qualsiasi delle altre pietre che compongono un arco, quest'ultimo crolla senza di essa. Allo stesso modo, un ecosistema può subire un cambiamento drammatico se una specie chiave viene rimossa, anche se quella specie era una piccola parte dell'ecosistema in base alle misurazioni della biomassa o della produttività. È diventato un concetto popolare nella biologia della conservazione, insieme alle specie ombrello.

Alcune specie bandiera sono infatti specie chiave di volta, come il leone africano, un grande predatore: controllava le popolazioni di grandi erbivori, proteggendo gli ecosistemi dell'intero paesaggio. Tuttavia, la capacità del leone di fungere da specie chiave di volta sta diminuendo man mano che la sua popolazione e il suo habitat diminuiscono[14].

Indicatori biologici

Lo stesso argomento in dettaglio: Indicatore biologico.

Con il termine indicatore biologico si intende una specie animale, pianta o fungo particolarmente sensibile a cambiamenti apportati da fattori inquinanti all'ecosistema in cui vive. Le specie bandiera possono infatti rappresentare una caratteristica ambientale (es. una specie o un ecosistema), causa (es. cambiamento climatico o acidificazione degli oceani), organizzazione (es. ONG o dipartimento governativo) o regione geografica (es. stato o area protetta). In questo caso si sceglie come specie bandiera un indicatore biologico come ad esempio le api[15].

Specie sentinella

Una specie bandiera può essere una specie sentinella. Ne fanno parte gli animali osservati per rilevare i rischi per l'uomo avvisando in anticipo di un pericolo. I termini si applicano principalmente nel contesto dei rischi ambientali piuttosto che di quelli provenienti da altre fonti. Alcuni animali possono fungere da sentinelle perché possono essere più suscettibili o avere una maggiore esposizione a un particolare pericolo rispetto agli esseri umani nello stesso ambiente. Un esempio tipico è il pinguino[16][17].

Specie ombrello

Le specie ombrello come il panda gigante possono essere scelte come specie bandiera. Esse sono specie selezionate per prendere decisioni relative alla conservazione, in genere perché proteggere queste specie protegge indirettamente le molte altre specie che compongono la comunità ecologica del suo habitat. Le specie ombrello possono essere utilizzate per aiutare a selezionare le posizioni di potenziali riserve, trovare la dimensione minima di queste aree o riserve di conservazione e per determinare la composizione, la struttura e i processi degli ecosistemi[18][19].

Specie prioritarie

Tigre come specie bandiera per una campagna in Tamil Nadu, India
Tigre come specie bandiera per una campagna in Tamil Nadu, India

Le specie prioritarie possono essere scelte come specie bandiera. Sono quelle specie che costituiscono un elemento chiave della catena alimentare e/o che aiutano la stabilità o la rigenerazione degli habitat. Un esempio è la tigre del Bengala (Panthera tigris)[9][20].

Metodologie di scelta delle specie bandiera

Le specie bandiera possono essere selezionate in base a molte metodologie diverse, come il marketing sociale, l'economia ambientale e la biologia della conservazione, a seconda di ciò che viene valutato dal pubblico che cercano di raggiungere, e degli obiettivi del progetto, come la consapevolezza della conservazione, raccolta fondi, promozione dell'ecoturismo, conservazione basata sulla comunità e promozione della ricerca finanziata[21][22]. Ciò è mostrato dalle differenze nelle raccomandazioni formulate per la selezione delle specie bandiera rivolte a diversi destinatari come le comunità locali e i turisti. Poiché le specie bandiera sono selezionate in base al pubblico che sperano di influenzare, queste specie possono anche appartenere a gruppi tradizionalmente non carismatici, se il contenuto culturale e sociale è corretto. Specie meno carismatiche ma localmente significative includono l'uso della volpe volante di Pemba come specie bandiera in Tanzania, e del granchio blu di Chesapeake come specie bandiera negli Stati Uniti[23][24]. Le specie bandiera possono essere utilizzate a livelli più ampi, ad esempio a volte si usano gli ecosistemi come le barriere coralline, le foreste pluviali o le aree protette come il Serengeti o lo Yellowstone. Alcune iniziative hanno sviluppato specie bandiera basate sul valore di conservazione di particolari aree o specie. Esempi di ciò sono il progetto EDGE gestito dalla Zoological Society di Londra e gli Hotspot gestiti da Conservation International. La microbiologia ha iniziato a utilizzare le specie bandiera in modo distinto. Ciò riguarda la biogeografia dei microrganismi e utilizza specie particolari perché sono giudicate "le specie bandiera accattivanti con dimensioni e/o morfologia cospicue sono i migliori indicatori di distribuzione"[25][26].

Svantaggi

Banconota da 5000 scellini tanzaniani con rinoceronte nero come specie bandiera per la fauna
Banconota da 5000 scellini tanzaniani con rinoceronte nero come specie bandiera per la fauna

L'uso delle specie bandiera presenta alcune limitazioni[27][28][29]:

  • Possono distorcere le priorità di gestione e conservazione a loro favore, a scapito di specie più minacciate ma meno carismatiche.
  • La gestione di diverse specie bandiera può entrare in conflitto.
  • La scomparsa delle specie bandiera può avere impatti negativi sugli atteggiamenti degli attori della conservazione.
  • Possono avere un impatto limitato sul comportamento dei donatori, se i donatori non possono dedicare molto tempo all'elaborazione del messaggio della campagna.

Tralasciando l'impatto su altre specie, il carisma non sembra proteggere dall'estinzione nemmeno le specie giudicate come carismatiche. Tutti e dieci i gruppi più carismatici di animali identificati in uno studio del 2018, vale a dire tigre, leone, elefante, giraffa, leopardo, panda, ghepardo, orso polare, lupo e gorilla, sono in pericolo; solo il panda gigante mostra una crescita demografica. I ricercatori suggeriscono che l'uso diffuso di immagini di questi animali ha dato al pubblico l'impressione che gli animali siano abbondanti, oscurando il loro alto rischio di estinzione imminente. Notano che questo rimane vero nonostante l'intensa concentrazione degli sforzi di conservazione su queste particolari specie. Uno dei principali problemi per l'utilizzo di diverse specie bandiera in contesti non occidentali è che possono entrare in conflitto con le comunità locali, mettendo così a rischio le azioni di conservazione. Ciò è stato definito "rivolta delle specie bandiera" (flagship mutiny) ed è esemplificato dall'elefante asiatico nei paesi in cui c'è un conflitto uomo-elefante[9][27].

Note

  1. ^ Diogo Verissimo, Douglas C. MacMillan e Robert J. Smith, Toward a systematic approach for identifying conservation flagships (PDF), in Conservation Letters, vol. 4, n. 1, 29 novembre 2010, pp. 1–8, DOI:10.1111/j.1755-263x.2010.00151.x.
  2. ^ Frédéric Ducarme, Gloria M. Luque e Franck Courchamp, What are "charismatic species" for conservation biologists ? (XML), in BioSciences Master Reviews, 2012. URL consultato il 19 dicembre 2013.
  3. ^ Diogo Verissimo, Douglas C. MacMillan e Robert J. Smith, Toward a systematic approach for identifying conservation flagships (PDF), in Conservation Letters, vol. 4, n. 1, 29 novembre 2010, pp. 1–8, DOI:10.1111/j.1755-263x.2010.00151.x.
  4. ^ Matthew J. Walpole e Nigel Leader‐Williams, Tourism and Flagship Species in Conservation, in Biodiversity and Conservation, vol. 11, n. 3, 2002, pp. 543–547, DOI:10.1023/a:1014864708777.
  5. ^ Heywood, V. H., Global Biodiversity Assessment, Cambridge University Press, 1995, ISBN 978-0521564816.
  6. ^ Frazier, J. 2005. Marine turtles: the role of flagship species in interactions between people and the Sea MAST, 3(2) and 4(1),5–38
  7. ^ Mittermeier, R. 1988. Primate diversity and the tropical forest. Pages 145-154 in E. O. Wilson, editor. Biodiversity. National Academy Press. Washington, DC.
  8. ^ Russell A. Mittermeier, Primate Conservation Priorities in the Neotropical Region, in Benirschke, K. (a cura di), Primates, Primates: The road to self-sustaining populations, Proceedings in Life Sciences, Springer New York, 1986, pp. 221–240, DOI:10.1007/978-1-4612-4918-4_16, ISBN 978-1-4612-9360-6.
  9. ^ a b c Maan Barua, Jatin Tamuly e Riyaz Akhtar Ahmed, Mutiny or Clear Sailing? Examining the Role of the Asian Elephant as a Flagship Species, in Human Dimensions of Wildlife, vol. 15, n. 2, 24 marzo 2010, pp. 145–160, DOI:10.1080/10871200903536176.
  10. ^ Bald Eagles | Life History and Conservation Success, su fws.gov, US Fish & Wildlife Service, 20 aprile 2015. URL consultato il 15 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2021).
  11. ^ Sean B. Carroll, How Two Kinds of Regulation Brought Back the Manatee | The massive marine mammal's numbers have increased by 400 percent in the past quarter-century—and it's not the only such success story, su blogs.scientificamerican.com, Scientific American, 22 aprile 2016. URL consultato il 15 giugno 2018.
  12. ^ The African lion: what faster decline of apex predator means for ecosystems, su theconversation.com, The Conversation, 26 ottobre 2015. URL consultato il 18 aprile 2018.
  13. ^ Sarah L. Hale e John L. Koprowski, Ecosystem-level effects of keystone species reintroduction: a literature review, in Restoration Ecology, vol. 26, n. 3, febbraio 2018, pp. 439–445, DOI:10.1111/rec.12684.
  14. ^ Global Species Programe: how WWF classifies species | Know your flagship, keystone, priority and indicator species, su wwf.panda.org, WWF, 2017. URL consultato il 18 aprile 2018.
  15. ^ Ambiente: le api indicatori biologici, siglato accordo Conapi-Legambiente, su MeteoWeb, 21 giugno 2017. URL consultato il 14 settembre 2021.
  16. ^ claudio, Pinguini, sentinelle antartiche del cambiamento climatico, su vitares.org. URL consultato il 14 settembre 2021.
  17. ^ (EN) specie bandiera, su nbcnews.com. URL consultato il 14 settembre 2021.
  18. ^ La tutela delle specie ombrello rende più efficiente la conservazione, su LifeGate, 21 gennaio 2020. URL consultato il 14 settembre 2021.
  19. ^ (EN) Jean-Michel Roberge e Per Angelstam, Usefulness of the Umbrella Species Concept as a Conservation Tool, in Conservation Biology, vol. 18, n. 1, 2004, pp. 76–85, DOI:10.1111/j.1523-1739.2004.00450.x. URL consultato il 14 settembre 2021.
  20. ^ (EN) Tiger Facts, su wwfindia.org. URL consultato il 14 settembre 2021.
  21. ^ Diogo Verissimo, Douglas C. MacMillan e Robert J. Smith, Toward a systematic approach for identifying conservation flagships (PDF), in Conservation Letters, vol. 4, n. 1, 29 novembre 2010, pp. 1–8, DOI:10.1111/j.1755-263x.2010.00151.x.
  22. ^ Maan Barua, Meredith Root-Bernstein, Richard J. Ladle e Paul Jepson, Defining Flagship Uses is Critical for Flagship Selection: A Critique of the IUCN Climate Change Flagship Fleet, in AMBIO, vol. 40, n. 4, 4 gennaio 2011, pp. 431–435, DOI:10.1007/s13280-010-0116-2, PMC 3357738, PMID 21809786.
  23. ^ Evan Bowen-Jones e Abigail Entwistle, Identifying appropriate flagship species: the importance of culture and local contexts, in Oryx, vol. 36, n. 2, 2002, pp. 189–195, DOI:10.1017/S0030605302000261.
  24. ^ Save the Crabs – Then Eat 'Em | The NSMC, su thensmc.com. URL consultato il 10 aprile 2018.
  25. ^ Wilhelm Foissner, Two new "flagship" ciliates (Protozoa, Ciliophora) from Venezuela: Sleighophrys pustulata and Luporinophrys micelae, in European Journal of Protistology, vol. 41, n. 2, aprile 2005, pp. 99–117, DOI:10.1016/j.ejop.2004.10.002.
  26. ^ Foissner, W. e Stoeck, T., Rigidothrix goiseri nov gen., nov spec. (Rigidotrichidae nov fam.), a new "flagship" ciliate from the Niger floodplain breaks the flexibility-dogma in the classification of stichotrichine spirotrichs (Ciliophora, Spirotrichea), in European Journal of Protistology, vol. 42, n. 4, 2006, pp. 249–267, DOI:10.1016/j.ejop.2006.07.003, PMID 17113471.
  27. ^ a b F. Courchamp, I. Jaric, C. Albert, Y. Meinard, W. J. Ripple e G. Chapron, The paradoxical extinction of the most charismatic animals, in PLOS Biology, vol. 16, n. 4, aprile 2018, p. e2003997, DOI:10.1371/journal.pbio.2003997, PMC 5896884, PMID 29649205.
  28. ^ Daniel Simberloff, Flagships, umbrellas, and keystones: Is single-species management passé in the landscape era?, in Biological Conservation, vol. 83, n. 3, 1998, pp. 247–257, DOI:10.1016/s0006-3207(97)00081-5.
  29. ^ Diogo Veríssimo, Hamish A. Campbell, Simon Tollington, Douglas C. MacMillan e Robert J. Smith, Why do people donate to conservation? Insights from a 'real world' campaign, in PLOS ONE, vol. 13, n. 1, 25 gennaio 2018, pp. e0191888, DOI:10.1371/journal.pone.0191888, PMC 5785011, PMID 29370291.

Voci correlate